IN DETTAGLIO: Ad aprile 2018 ha iniziato a circolare nei media la notizia che quattro astronauti (Buzz Aldrin, Al Worden, Ed Mitchell e Gordon Cooper) avevano superato dei test con una “macchina della verità” a proposito delle loro affermazioni riguardanti incontri con extraterrestri.
La fonte originale della notizia è però il tabloid britannico Daily Star, che l’8 aprile 2018 ha pubblicato un articolo intitolato ‘I saw a UFO’ Buzz Aldrin PASSES lie detector test revealing truth about aliens, a firma di Mike Parker (Figura 11.6-1). L’articolo cita un “Institute of BioAcoustic Biology” ad Albany, in Ohio, che avrebbe svolto “complesse analisi computerizzate” sulle voci degli astronauti mentre raccontavano i propri incontri ravvicinati. Secondo il Daily Star, “Aldrin, Al Worden, Edgar Mitchell e Gordon Cooper hanno tutti preso parte allo studio”.
Figura 11.6-1. Il Daily Star presenta il suo scoop “esclusivo”.
Ma c’è qualcosa che non quadra, visto che ad aprile 2018 due degli astronauti che avrebbero “preso parte allo studio”, ossia Ed Mitchell e Gordon Cooper, erano già morti da tempo, rispettivamente nel 2016 e nel 2004.
Infatti leggendo attentamente l’articolo emerge che le “analisi” non sono state fatte interrogando direttamente gli astronauti, come parrebbe inizialmente, ma si sono basate soltanto su vecchie registrazioni delle loro voci.
Nulla a che vedere, insomma, con una “macchina della verità”, che richiede la presenza del soggetto e misura numerosi parametri fisiologici invece di analizzare soltanto la voce.
Cooper, fra l’altro, non volò mai verso la Luna, ma partecipò ai programmi Mercury e Gemini di voli orbitali intorno alla Terra e fu coinvolto nel programma Apollo solo come membro degli equipaggi di riserva.
L’Institute of BioAcoustic Biology, inoltre, non ha alcuna credibilità scientifica: è di proprietà di un privato che sostiene, senza alcuna prova, che i suoni della voce sono una rappresentazione olografica della salute e del benessere.
Le presunte “analisi”, in ogni caso, sarebbero fallate da due errori di metodo fondamentali: il primo è che la dichiarazione di Aldrin che sarebbe stata analizzata è quella in cui dice di aver osservato un oggetto durante il viaggio di andata verso la Luna, che però era un pannello del veicolo Apollo e non un UFO (come descritto da Aldrin stesso in questa sezione del Capitolo 11); il secondo è che quand’anche queste “analisi” fossero realmente attendibili, non farebbero altro che indicare che gli astronauti credono a quello che raccontano e non mentono; non confermerebbero affatto che i racconti descrivono fedelmente eventi effettivamente accaduti.