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9.7 Come mai la NASA manipola le registrazioni, e perché manca il ritardo radio?

IN BREVE: La NASA non manipola, ma i documentaristi sì. Per esigenze narrative, nei documentari spesso i dialoghi vengono riassunti o rimontati. Per questo, per esempio, a volte non c’è il ritardo radio nelle comunicazioni Terra-Luna. Ma nelle registrazioni e trascrizioni di riferimento pubblicate dalla NASA e descritte come integrali c’è tutto, anche il ritardo radio. Inoltre a volte gli astronauti sulla Luna rispondono prima che il Controllo Missione abbia finito di parlare.


IN DETTAGLIO: In alcuni filmati degli sbarchi lunari gli astronauti rispondono troppo rapidamente alle comunicazioni radio provenienti dalla Terra. Le onde radio ci mettono un secondo e un quarto a coprire la distanza Terra-Luna: quindi fra le parole del Controllo Missione a Houston e le risposte degli astronauti dovrebbe esserci una pausa lunga almeno altrettanto. Se manca, sostengono i lunacomplottisti, vuol dire che le comunicazioni erano fasulle.

Ma se fossere state una messinscena, perché i suoi creatori sarebbero stati così stupidi da dimenticarsi di includere il ritardo radio?

Infatti queste apparenti anomalie hanno spiegazioni molto più banali.

Tagli e rimontaggi documentaristici

Nei documentari le comunicazioni originali spesso vengono rimontate per togliere le pause e i tempi morti e non interrompere la narrazione, concentrandola sui momenti salienti, tagliando i dialoghi non indispensabili e usando immagini non corrispondenti per ottenere un racconto visivo più vivace e interessante. Non c’è alcun intento di ingannare, ma il risultato finale è che molti documentari non sono fedeli quanto si potrebbe immaginare. Lo storico James Oberg ha pubblicato Apollo 11 TV Documentary Misrepresentations (Wall Street Journal, 1994), un elenco approfondito di questi rimontaggi, a volte grossolanamente sbagliati e fortemente ingannevoli, presenti anche in documentari premiatissimi come For All Mankind.

Per esempio, numerosi documentari presentano l’allunaggio dell’Apollo 11 facendo sembrare che “Tranquility Base here, the Eagle has landed” (“Qui Base Tranquillità, l’Aquila è atterrata”) siano le primissime, storiche parole mai pronunciate sulla Luna. Ma in realtà ascoltando le registrazioni originali e leggendo le trascrizioni complete (disponibili per esempio presso l’Apollo Lunar Surface Journal) si scopre che quelle celeberrime parole furono precedute da tutta una serie di comunicazioni tecniche.

Ecco i dialoghi completi, a partire dal primo contatto con la Luna (Figura 9.7-1):

102:45:40 Aldrin: Contact Light.

Questa segnalazione banale, che informa il Controllo Missione che almeno una delle sonde lunghe circa 170 centimetri sotto le zampe del modulo lunare ha toccato il suolo, è (volendo essere pignoli) la vera prima frase pronunciata sulla Luna.

La litania di messaggi tecnici, indispensabili per la messa in sicurezza del modulo lunare, prosegue dopo che il modulo lunare si è pienamente posato al suolo:

102:45:43 Armstrong: Shutdown.

102:45:44 Aldrin: Okay. Engine Stop.

102:45:45 Aldrin: ACA out of Detent.

102:45:46 Armstrong: Out of Detent. Auto.

102:45:47 Aldrin: Mode Control, both Auto. Descent Engine Command Override, Off. Engine Arm, Off. 413 is in.

A questo punto, da Terra parla Charlie Duke, futuro astronauta dell’Apollo 16, che in questa fase della missione è il Capcom, ossia la persona che tiene i contatti via radio con gli astronauti:

102:45:57 Duke: We copy you down, Eagle.

102:45:58 Armstrong: Engine arm is off. [pausa] Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed.

Come si può notare, si tratta di una lunga serie di comunicazioni tecniche di nessun interesse per lo spettatore: per questo vengono omesse nei documentari. Tutto qui.

Figura 9.7-1. Audio e riprese di bordo dell’allunaggio di Apollo 11. L’annuncio del contatto è da 14:30 in poi.

Un altro esempio di taglio ricorrente per esigenze narrative arriva subito dopo questi dialoghi: Charlie Duke, comprensibilmente in preda all’emozione, s’impapera e non riesce a pronunciare il nuovo nome del Modulo Lunare, Tranquility. Infatti inizia dicendo:

Roger, Twan...

Poi si ferma e si corregge, annunciando che la telemetria conferma l’allunaggio e che tutti a terra hanno smesso di trattenere il respiro per la tensione:

...Tranquility. We copy you on the ground. You got a bunch of guys about to turn blue. We’re breathing again. Thanks a lot.

Nella maggior parte dei documentari questa papera viene eliminata.

Anche la famosissima frase “Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità” è spesso presentata scorrettamente per brevità mentre Neil Armstrong salta giù dalla scaletta del Modulo Lunare. In realtà, nella registrazione video integrale Armstrong salta e atterra, come previsto, sulla base circolare della zampa del veicolo, senza toccare il suolo lunare. Poi fa vari commenti, risale lungo la scaletta con un balzo per verificare di essere in grado di farlo (la scaletta inizia a circa un metro e mezzo dal suolo), ridiscende, descrive l’ambiente circostante e soltanto a questo punto poggia cautamente il piede sinistro sul suolo lunare e pronuncia la frase fatidica (Figura 9.7-2).

Figura 9.7-2. Audio e riprese di bordo della fase iniziale dell’escursione lunare di Apollo 11. La discesa di Armstrong è da 2:00 in poi. La sua famosa frase è a 3:30.

L’errore commesso sistematicamente dai lunacomplottisti è di considerare i documentari alla stregua di dati ufficiali quando in realtà non lo sono. I dati veri e propri, quelli completi, quelli che fanno fede, sono contenuti nelle registrazioni integrali, non nei documentari.

Accavallamenti Terra-Luna

A volte gli astronauti sulla Luna rispondevano alla prima parte di una comunicazione che giungeva da Houston e poi la voce da Houston proseguiva, creando un intervallo apparentemente troppo breve.

In altre occasioni, gli astronauti iniziavano spontaneamente dei propri commenti, senza attendere una comunicazione dalla Terra, dando però l’impressione di rispondere e di farlo in anticipo.

Ritardo mancante nei DVD della Spacecraft Films

Una delle obiezioni ricorrenti dei complottisti è che i DVD della Spacecraft Films, che presentano le registrazioni integrali delle escursioni lunari delle missioni Apollo e sono stati per anni una delle fonti di riferimento più complete per gli allunaggi, in alcuni punti sembrano non avere il ritardo radio che ci si aspetterebbe.

Questi DVD sono un reperto estremamente prezioso e validissimo dal punto di vista storico e della conoscenza delle missioni lunari, ma non sono perfetti e non sono opere ufficiali della NASA (e oggi sono stati superati, in termini di completezza per alcune missioni, dal sito Apollo in Real Time di Ben Feist). L’autore dei DVD, Mark Gray, è un privato che ha raccolto tutte le migliori fonti audio e video disponibili all’epoca, di provenienza eterogenea, e le ha montate e sincronizzate cercando di essere il più possibile completo e fedele agli eventi originali.

Ma qualche imprecisione, in questo lavoro monumentale, è quasi inevitabile, anche perché spezzoni registrati su nastro video si alternano con registrazioni fatte su pellicola cinematografica, con tracce sonore separate e quindi con tutti i disallineamenti audio-video che tutto questo comporta. Si tratta inoltre di supporti analogici, la cui velocità è soggetta a variazioni e oscillazioni sia in registrazione, sia in riproduzione. Nel montare tracce audio di provenienza disparata è facile non accorgersi che un silenzio radio in uno spezzone non è perfettamente allineato con il silenzio di un altro spezzone. E soprattutto non è importante ai fini della fruizione di questi DVD.

Inoltre bisogna considerare il problema di fondo di sincronizzare due fonti audio (comunicazioni dalla Terra e comunicazioni dalla Luna) che per loro natura hanno degli sfasamenti che dipendono dal tempo di trasmissione e dalle apparecchiature utilizzate, come avviene oggi con le dirette sportive via satellite o in streaming, per esempio. La sincronizzazione cambia a seconda del punto di ascolto: non esiste una base dei tempi unica.

È quindi comprensibile che nelle registrazioni dei DVD della Spacecraft Films, o in qualsiasi altra opera del genere, ci possano essere punti nei quali l'audio non è perfettamente sincronizzato con la realtà. Ma usare questo fatto per tentare di dimostrare che gli allunaggi furono falsificati è un errore di metodo, perché non considera la spiegazione alternativa ben più banale, non spiega perché mai gli addetti alla presunta falsificazione si sarebbero dimenticati il ritardo soltanto in alcuni punti, e si scontra con tutte le altre conferme della realtà delle missioni lunari.

Paradossalmente, a volte gli stessi complottisti notano che anche un’altra fonte tecnica molto accurata, l’Apollo Lunar Surface Journal, ha pubblicato l’audio delle missioni lunari (senza video) come accompagnamento alla sua minuziosa descrizione tecnica delle attività degli astronauti sulla Luna, e in queste registrazioni l’audio ha il ritardo esatto. La spiegazione complottista è che gli ipotetici falsificatori hanno ricorretto l’audio a posteriori; la spiegazione banale è che il Surface Journal ha pubblicato solo tracce audio e quindi non ha avuto i problemi di sincronizzazione audio-video di una produzione in DVD.