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8.15 Come mai le impronte degli astronauti sono stranamente nitide?

IN BREVE: Perché sono nel vuoto, in gravità ridotta e nella polvere arida e non levigata.


IN DETTAGLIO: Ralph René e altri sostengono* che per ottenere impronte nitide nella polvere occorre che la polvere sia umida, altrimenti si ottengono soltanto impronte indistinte. “Le uniche tracce chiare che possiamo lasciare su una spiaggia sabbiosa, non importa quanto sia grezza o fine la sabbia, sono quelle vicino all’acqua” dice René. Ma sulla Luna non c’è umidità, per cui secondo i lunacomplottisti non si dovrebbero formare impronte così nette come quelle che vediamo nelle foto lunari (Figura 8.15-1).

* NASA Mooned America!, pagina P-7.



Figura 8.15-1. Un’impronta lasciata da Buzz Aldrin (Apollo 11). Dettaglio della foto AS11-40-5877.



Figura 8.15-2. Aldrin lascia un’altra impronta nella finissima polvere della superficie lunare durante la missione Apollo 11. Dettaglio della foto AS11-40-5880.


Chi sostiene questa tesi non considera che la sabbia, sulla Terra, è soggetta a condizioni ben diverse da quelle lunari.

Prima di tutto, sul nostro pianeta, i vari agenti atmosferici muovono e rimescolano continuamente i granelli, dando loro superfici lisce che hanno un attrito molto ridotto. Sulla Luna quest’azione levigante non c’è e quindi i granelli della “sabbia” lunare (tecnicamente si chiama regolite) sono spigolosi e ruvidi e quindi tendono ad incastrarsi fra loro più di quanto faccia la sabbia terrestre, un po’ come una catasta di rocce di fiume levigate crolla molto più facilmente di un’analoga pila di rocce spigolose. Questo produce una maggiore coesione e quindi impronte più nette.

In secondo luogo, la forza di gravità che agisce sulla polvere lunare è diversa: è un sesto di quella terrestre, per cui gli accatastamenti di granelli sulla Luna, attratti verso il basso da una forza molto inferiore, hanno una minore tendenza a crollare, per cui i bordi delle impronte mantengono più facilmente la propria forma.

Inoltre la regolite lunare ha una notevole carica elettrostatica, per cui i granelli lunari tendono ad aderire fra loro più di quanto faccia la normale sabbia terrestre, nello stesso modo in cui la polvere aderisce a una superficie di vetro elettrostaticamente carica, come nei vecchi televisori a tubo catodico.*

* Effects of gravity on cohesive behavior of fine powders: implications for processing Lunar regolith, Otis R. Walton, C. Pamela De Moor e Karam S. Gill, in Granular Matter, vol. 9 n. 6 (2007).


Queste differenze consentono quindi alla regolite del suolo lunare di formare impronte molto più nitide della norma terrestre, come confermato indipendentemente anche dalle immagini del suolo lunare trasmesse dalle sonde sovietiche Lunokhod che scesero sulla Luna (Figura 8.15-3).

Figura 8.15-3. Tracce spigolose lasciate nella superficie lunare dalle ruote del veicolo sovietico Lunokhod 1 nel 1970.


Per ulteriore conferma, nel 2008 la trasmissione statunitense Mythbusters collocò in una camera a vuoto un materiale geologicamente identico alla regolite e provò a lasciarvi un’impronta usando una riproduzione di uno scarpone lunare Apollo. L’esperimento ottenne un risultato abbastanza simile a quello visibile nelle foto lunari nonostante la gravità sei volte maggiore e l’assenza di elettricità statica significativa (Figura 8.15-4).


Figura 8.15-4. L’impronta ottenuta nella regolite artificiale nel vuoto da Mythbusters.