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6.4 Come è possibile che ci sia una ripresa del decollo dalla Luna da fuori? Chi rimase per farla?

IN BREVE: Non rimase nessuno sulla Luna: semplicemente, il video della ripartenza del modulo lunare fu ripreso automaticamente dalla telecamera lasciata sulla Luna e comandata via radio da Terra.


IN DETTAGLIO: Alcuni lunacomplottisti e semplici dubbiosi si chiedono chi mai sarebbe rimasto sulla Luna per riprendere il decollo del modulo lunare, addirittura muovendo la telecamera per seguire il veicolo mentre saliva verso il cielo.


Figura 6.4-1. La diretta TV a colori del decollo di Apollo 17 dalla Luna: lo stadio di risalita del modulo lunare si stacca dallo stadio di discesa e il getto del suo motore proietta in ogni direzione frammenti del rivestimento termico dello stadio di discesa.


La risposta è semplice, se ci si prende la briga di studiare la documentazione: il decollo dalla Luna fu ripreso soltanto durante Apollo 15, 16 e 17, quando la telecamera era montata sull’auto elettrica Rover usata dagli astronauti in queste missioni e parcheggiata, alla fine delle escursioni lunari, a circa 90 metri a est del modulo lunare proprio per consentire la ripresa eccezionale del decollo del modulo stesso.

La telecamera e i suoi apparati ausiliari erano alimentati dalle batterie del Rover  e radiocomandati da un operatore sulla Terra. L’insieme era infatti denominato Ground Controlled Television Assembly, ossia “apparato televisivo controllato da terra”.


Figura 6.4-2. Fotogramma dalla ricostruzione animata della ripresa del decollo del modulo lunare. Dal documentario Live from the Moon (Spacecraft Films).


La telecamera trasmise le immagini direttamente verso la Terra mediante l’antenna parabolica montata sulla jeep lunare, come aveva fatto per tutta la durata delle escursioni degli astronauti. All’epoca gli apparati di videoregistrazione erano enormi e pesanti e quindi la telecamera sulla Luna non era equipaggiata per registrare, per cui fu necessario trasmettere il decollo dalla Luna in diretta. La NASA dovette inoltre pianificare attentamente la ripresa.

Il segnale radio di controllo della telecamera, infatti, impiegava circa due secondi per viaggiare dal centro di controllo di Houston fino ai trasmettitori dislocati in vari punti del mondo e poi coprire la distanza Terra-Luna alla velocità della luce, per cui era impossibile correggere i movimenti della telecamera in tempo reale: i comandi sarebbero arrivati con troppo ritardo. Fu quindi necessario calcolare in anticipo una collocazione precisa della telecamera e trasmettere tutti i comandi circa due secondi prima per far alzare e zoomare la telecamera al momento giusto in modo da seguire il modulo lunare che si arrampicava in cielo.

Nella ripresa della missione Apollo 15 la telecamera rimase immobile a causa di un guasto a uno dei motori che la muovevano; in quella dell’Apollo 16 Ed Fendell, l’operatore della telecamera, tentò di seguire la salita del modulo lunare, ma non vi riuscì perché il Rover non era stato posizionato dagli astronauti alla distanza esatta prevista e necessaria per ottenere la ripresa corretta.

La ripresa del decollo di Apollo 17 riuscì pressoché perfettamente, inseguendo il veicolo con un’inquadratura quasi ottimale.

Figura 6.4-3. Ed Fendell, l’operatore della telecamera radiocomandata, spiega i dettagli delle riprese televisive dei decolli.


Fra l’altro, siccome l’intero apparato era alimentato autonomamente dalle batterie del Rover, poté continuare a trasmettere anche dopo la partenza degli astronauti, inviando a lungo immagini del paesaggio lunare, di nuovo immobile e privo di vita dopo la breve visita degli astronauti.