IN DETTAGLIO: Il video The Rocks Cry Out: Apollo 16 Anomaly di Bart Sibrel e il documentario della Fox Did We Land on the Moon? accusano la NASA di aver utilizzato la stessa scenografia per due luoghi differenti della missione Apollo 16, che secondo la documentazione dell’ente spaziale erano situati a quattro chilometri di distanza l’uno dall’altro e furono oltretutto visitati in due giorni differenti (Figure 6.14-1 e 6.14-2).
Figura 6.14-1. Un fotogramma del primo spezzone contestato dalla Fox e da Sibrel.
Figura 6.14-2. Un fotogramma del secondo spezzone contestato.
Il primo spezzone (Figura 6.14-1), quello in cui si vede un solo astronauta, viene presentato dalla Fox con la dicitura “Day One” (“primo giorno”). Il secondo (Figura 6.14-2), che mostra due astronauti, reca la dicitura “Day Two” (“secondo giorno”), ma il luogo è indubbiamente lo stesso e anche l’inquadratura è uguale.
Secondo il documentario della Fox, la NASA ha dichiarato che il secondo video è riferito al secondo giorno e fu ripreso “a due miglia e mezzo di distanza” (circa 4 chilometri) dal luogo visitato il giorno precedente.
Ma esaminando le copie integrali delle trasmissioni televisive della missione Apollo 16 (per esempio quelle distribuite in DVD dalla Spacecraft Films) si scopre che qualcosa non torna nella tesi della Fox e di Sibrel.
Innanzi tutto, emerge inequivocabilmente che i due spezzoni di video mostrati dalla Fox non sono riferiti a due giorni differenti, ma fanno in realtà parte di una singola sequenza ininterrotta, ripresa durante il secondo giorno di escursione, e sono separati da poco più di sette minuti, non da un intero giorno: appaiono rispettivamente a 144 ore e 48 minuti e a 144 ore e 55 minuti nella cronologia della missione lunare. Sono inoltre riferiti allo stesso luogo. In altre parole, le accuse di falsificazione sono basate su dati fasulli.
In secondo luogo, l’audio non corrisponde. Le frasi pronunciate nei video presentati dai lunacomplottisti si riferiscono a momenti completamente differenti rispetto alle immagini mostrate. Infatti consultando le trascrizioni NASA (Technical Air-to-Ground Voice Transcripts) risulta, per esempio, che la frase “Well, I couldn’t pick a better spot” (“Be’, non avrei potuto scegliere un punto migliore”), fatta sentire dalla Fox sul primo spezzone, proviene in realtà dall’escursione del primo giorno a 123 ore e 58 minuti. Le due frasi udibili sul secondo spezzone, ossia “That is the most beautiful sight” (“È una visione bellissima”) e “It’s absolutely unreal!” (“È assolutamente irreale”), provengono rispettivamente da 124 ore e 3 minuti e da 144 ore e 16 minuti.
La fonte più probabile del materiale presentato dalla Fox e da Sibrel è una videocassetta commissionata dalla NASA alla A-V Corporation nel 1972. Si intitola ironicamente “Nothing So Hidden...” (“Nulla così nascosto...”) e mostra gli stessi spezzoni con lo stesso audio sbagliato e con lo stesso errore di cronologia.
In altre parole, sia Sibrel sia la Fox hanno attinto a un documentario invece che al materiale originale, che è l’unico riferimento che fa testo. L’intera accusa poggia su questo errore fondamentale di metodo.
La presunta prova di complotto è insomma soltanto di un errore di montaggio commesso in un documentario realizzato da terzi per la NASA. Ma gli errori di montaggio nei documentari non dimostrano una messinscena: dimostrano solo che i documentaristi hanno sbagliato.
Purtroppo errori di montaggio o licenze artistiche come queste sono frequenti anche nei documentari teoricamente rigorosi e spesso alterano la comprensione degli eventi. Per esempio, lo storico dell’astronautica James Oberg segnala, a proposito di Apollo 11, che
In molti documentari televisivi, ma non in tutti, c’è una distorsione ben più grave. Dato che il “piccolo passo” fu davvero piccolo e il movimento del suo corpo fu così modesto, le immagini dell’evento non sono sufficientemente drammatiche per certe produzioni TV. Il sonoro delle prime parole viene così anticipato di circa un minuto in modo da coincidere con il primo salto di Armstrong dalla scaletta alla zampa. Questo trasforma il poetico “piccolo passo” in uno sgraziato balzo. Questo sarà appagante per l’intrattenimento basato sull’azione, ma è un falso storico. Non rispetta l’importanza delle parole di Armstrong.*
* Getting Apollo 11 Right - Commemorating What Really Happened, James Oberg, ABCNews.com (1999).