IN DETTAGLIO: In molte foto delle missioni lunari si nota una linea di separazione molto netta fra il terreno in primo piano e l’ambiente sullo sfondo. Secondo alcuni lunacomplottisti, come per esempio David P. Wozney, si tratterebbe della linea che divide il pavimento del set cinematografico dal fondale finto usato per simulare l’ambiente lunare. La linea sarebbe rivelata da brusche differenze di colore e di nitidezza.
Figura 5.28-1. Foto AS15-88-11866 (Apollo 15). Sul lato sinistro si nota una doppia linea di stacco orizzontale, con variazione sia di colore, sia di nitidezza.
Figura 5.28-2. Foto AS16-117-18825 (Apollo 16).
Figura 5.28-3. Foto AS17-134-20426 (Apollo 17).
La spiegazione di questo fenomeno proposta dai sostenitori della tesi di messinscena, tuttavia, si scontra con il fatto che in molti casi esistono riprese da varie angolazioni della medesima località lunare. Il trucco scenico dei fondali (o prospettiva forzata) funziona soltanto da un punto di ripresa ben preciso: se lo si cambia, l’illusione di profondità svanisce.
Figura 5.28-4. Un fondale di prospettiva forzata dal film Singin’ in the Rain (MGM). Il corridoio è in realtà un dipinto piatto. Visto da un’angolazione differente, il trucco sarebbe evidente.
Le riprese filmate a bordo del Rover in movimento mostrano cambiamenti del punto di ripresa che sarebbero impossibili se si trattasse di un set cinematografico dotato di fondali e rivelano chiaramente gli avvallamenti del terreno.
Figura 5.28-5. Ripresa su pellicola 16mm del Rover in movimento, effettuata durante la missione Apollo 16.
Lo stesso genere di stacco e di linea di demarcazione si osserva anche sulla Terra nei panorami reali, come in questa immagine scattata nel deserto in Kenya:
Figura 5.28-6. Credit: Filiberto Strazzari.
La presenza di linee di separazione e di variazioni di colore, insomma, non è necessariamente una prova dell’uso di fondali.
Una spiegazione più coerente con tutti i fenomeni osservabili nelle foto lunari è che il terreno non è uniformemente piatto, ma ha avvallamenti e dossi, per cui è naturale che si formino delle linee di separazione, per esempio sul profilo di un dosso. In mancanza di riferimenti familiari (alberi o case, per esempio) e dell’offuscamento atmosferico che si ha sulla Terra, è difficile interpretare le foto lunari e rendersi conto della presenza dei rilievi del suolo nelle foto bidimensionali.
Se si osservano foto stereoscopiche dei paesaggi lunari, infatti, emergono molto chiaramente le profondità spesso poco evidenti nelle fotografie piatte.
Figura 5.28-7. Foto stereoscopica creata da Patrick Vantuyne componendo le immagini AS16-106-17277 e 17278 (Apollo Anaglyph Galleries).
Figura 5.28-8. Foto AS16-116-18700. In mancanza di informazioni di profondità, il terreno sembra piatto e uniforme.
Figura 5.28-9. Nella foto stereoscopica ottenuta componendo le immagini AS16-116-18699 e 18700 (USGS Astrogeology Science Center) emergono i rilievi e le profondità.