IN DETTAGLIO: In alcune fotografie delle missioni Apollo si vedono dei riflessi insoliti sui caschi degli astronauti: secondo i cospirazionisti sono le luci del set nel quale furono falsificate le immagini degli sbarchi lunari.
Figura 5.13-1. Un’immagine dei presunti “riflettori”, tratta da La Storia siamo noi (2006).
È un’affermazione fatta, per esempio, dal tedesco Gernot Geise nel programma La Storia siamo noi di Giovanni Minoli, trasmesso dalla RAI il 22 agosto 2006:
In alcune foto è possibile vedere dei puntini luminosi simili a riflettori. C’è addirittura una foto in cui la visiera del casco di un astronauta riflette un’intera fila di riflettori. Questo non è davvero possibile, visto che il sole dovrebbe essere uno.
Figura 5.13-2. Gernot Geise in La Storia siamo noi (2006).
Come è prassi dei lunacomplottisti, vengono formulate accuse senza fornire dati precisi: non viene detto da quale missione è tratta la foto. Ci vuole una paziente ricerca in archivio per scoprire che si tratta di un dettaglio di un’immagine della missione Apollo 12 e specificamente della foto AS12-49-7281, mostrata in Figura 5.13-3 e scattata durante la seconda passeggiata lunare effettuata nel corso della missione. L’astronauta ritratto è Alan Bean; quello riflesso nella visiera è Charles “Pete” Conrad.
Figura 5.13-3. Alan Bean nella foto AS12-49-7281 (Apollo 12).
Ingrandendo una scansione di buona qualità della fotografia originale si scopre che i “riflettori” non hanno affatto né la forma né la disposizione dei riflettori di un set fotografico. Nella versione di scarsa qualità presentata dai lunacomplottisti sembravano essere luci circolari disposte a distanze regolari, ma l’esame della scansione più nitida rivela che in realtà hanno una forma molto irregolare:
Figura 5.13-4. Ingrandimento dei “riflettori” nella foto originale (AS12-49-7281).
A questo punto la spiegazione reale diventa molto evidente: si tratta di riflessi della luce del sole sui graffi prodotti sulla visiera dal contatto con i guanti degli astronauti.
I caschi erano dotati di alette parasole laterali retrattili (visibili ai lati della parte a specchio del casco nella foto AS12-49-7281 integrale mostrata in Figura 5.13-3), azionate manualmente. Ogni tanto gli astronauti, estraendo o retraendo queste alette oppure alzando o abbassando la visiera riflettente, urtavano la visiera stessa con i loro guanti ruvidi, sporchi di polvere lunare. Questa polvere è molto abrasiva, perché non subisce l’erosione prodotta sulla Terra dall’acqua e dal vento e quindi è molto spigolosa, come una sorta di carta vetrata naturale. Questi urti graffiavano la superficie della visiera. I resoconti delle missioni degli astronauti citano spesso i problemi di graffi e intasamenti dovuti alla natura particolare della polvere.
La formazione di una banda di riflessi sulle visiere, ai lati del riflesso principale del Sole, anche sulla Terra è ben visibile in immagini come questa, che mostra una tuta spaziale Apollo durante l’addestramento degli astronauti. È difficile pensare che ci fosse bisogno di collocare in cielo una fila di riflettori per questa foto.
Figura 5.13-5. Il riflesso del sole su una tuta durante l’addestramento sulla Terra. Dal documentario When We Left Earth.
Il fenomeno delle visiere riflettenti graffiate è ben visibile anche nelle foto che ritraggono gli astronauti durante le passeggiate spaziali effettuate in tempi ben più recenti nel corso dei voli dello Space Shuttle statunitense e delle capsule Soyuz russe oppure nel corso della costruzione e manutenzione della Stazione Spaziale Internazionale, come questa, scattata dall’astronauta italiano Luca Parmitano durante la sua attività extraveicolare di luglio 2013.
Figura 5.13-6. La visiera graffiata di Luca Parmitano in un autoscatto ottenuto durante l’attività all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale a luglio 2013. Foto NASA ISS036-E-016853.
Un altro esempio di questi graffi è tratto dalla missione Shuttle STS-118 di agosto 2007 (foto ISS015-E-22561). In particolare, in alto a sinistra si nota una chiazza triangolare che ricorda molto i presunti “riflettori” delle tesi di cospirazione lunare.
Figura 5.13-7. La visiera graffiata dell’astronauta Clay Anderson mentre lavora all’esterno della Stazione Spaziale Internazionale (2007). Foto ISS015-E-22561.
Va considerato, inoltre, che il casco delle tute Apollo usato per le escursioni lunari e per le passeggiate spaziali era composto da un casco trasparente interno, da una visiera centrale trasparente e da una visiera esterna placcata d’oro. La luce che colpiva la visiera esterna veniva quindi riflessa fra i tre strati, formando facilmente schemi ripetitivi di chiazze più chiare.