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4.12 I media italiani e altri complottisti celebri

Le reti televisive nazionali italiane hanno offerto spazio e risonanza, spesso in modo acritico, alle tesi di cospirazione lunare. Le trasmissioni Voyager (RAI) e Mistero (Mediaset) hanno dedicato intere puntate all’argomento, sia pure fra una storia e l’altra di rapimenti da parte di alieni e di profezie Maya di cataclisma per il 2012.

Figura 4.12-1. Roberto Giacobbo conduce una puntata di Voyager (RAI) sui complotti lunari (2009).


Persino trasmissioni solitamente più autorevoli e compassate delle precedenti, come Enigma e La Storia siamo noi, entrambe della RAI, hanno presentato in dettaglio le asserzioni dei cospirazionisti lunari, senza effettuare alcuna verifica preliminare e senza dare pari spazio alle smentite degli esperti, per esempio nella puntata di La Storia siamo noi del 22/8/2006 e in quella di Enigma di febbraio 2003.

Della questione si occupò negli anni Ottanta anche la rivista specialistica Fotografare, sostenendo decisamente e per anni l’accusa di falsificazione delle fotografie Apollo. L’insolita ragione di una scelta così forte e atipica da parte di una testata apparentemente autorevole e competente nella materia del contendere è descritta nel prossimo capitolo.

Naturalmente non mancano anche i siti Internet italofoni esplicitamente pro-complotto, fortunatamente controbilanciati da siti che smontano le loro argomentazioni. Entrambi gli schieramenti sono citati nella bibliografia alla fine di questo testo.

Le tesi di complotto lunare hanno ispirato anche alcune canzoni italiane, come Non è possibile (2008) del duo Il Genio, che recita fra l’altro:

No, non è possibile
che l'uomo sia andato sulla Luna
avete mai visto il ritorno in atmosfera
della capsula Apollo?
[...]
lo pensano molti scienziati [...]
Ciò che mi riesce incredibile
è che parta dalla Terra
un razzo con uomini a bordo
con un impeccabile allunaggio
e dopo aver saltellato
decolli nuovamente dalla Luna
e torni poi bravino sulla Terra

Inoltre Pachidermi e Pappagalli (2017) di Francesco Gabbani, nella sua carrellata parodistica di tesi di complotto, include anche la frase “Non esiste prova alcuna / dello sbarco sulla Luna”, con il chiaro intento di prendere in giro questo tipo di cospirazionismo.

Numerosi politici, attori, sportivi, cantanti e altri personaggi molto noti sono sostenitori delle tesi di cospirazione intorno agli sbarchi lunari. Per esempio, il conduttore televisivo e critico musicale Red Ronnie si è espresso in questo senso durante una diretta alla radio RTL102.5 ad aprile 2018.


Figura 4.12-2. Red Ronnie sostiene la tesi di complotto sugli allunaggi a RTL102.5 (Twitter, 2018).


In Italia è significativo il caso di Carlo Sibilia (Movimento 5 stelle, parlamentare dal 2013 al 2018), che nel 2014 affermò su Twitter “Oggi si festeggia anniversario sbarco sulla #luna. Dopo 43 anni ancora nessuno se la sente di dire che era una farsa...”.


Figura 4.12-3. Carlo Sibilia afferma pubblicamente che lo sbarco sulla Luna fu una “farsa” (Twitter, 2014).


Nel 2018, mentre ricopriva il ruolo di sottosegretario per l’Interno del governo italiano, Sibilia ha ribadito la propria posizione in un’intervista al Corriere della Sera:

Lei una volta affrontò il tema dello sbarco sulla Luna, era serio?
«Uhh, è un tweet di qualche anno fa...».
Dove scriveva che lo sbarco sulla Luna non c’è mai stato...
«È controverso quell’episodio».
In che senso?
«Sono tanti gli episodi controversi. Al Monte dei Paschi di Siena, ad esempio, sono spariti 100 miliardi, c’è un morto di mezzo e non si trova un responsabile».
Ma cosa c’entra con la Luna?
«Come dice Gianna Nannini: “Sei nato nel paese delle mezze verità...”».

All’estero, tesi analoghe sono state sostenute per esempio dall’attrice statunitense Whoopi Goldberg nel programma The View (2009). Lo stesso hanno fatto il giocatore di basket Carl Everett (2000), il comico e conduttore televisivo Joe Rogan (2010), il rapper Mos Def (2008) e la scrittrice Margaret Atwood.*