Cerca nel blog

4.7 Bill Kaysing

Nel 1974, due anni dopo la conclusione delle missioni lunari Apollo, William Charles Kaysing (1922-2005) pubblicò autonomamente il libro We Never Went to the Moon - America’s 30 Billion Dollar Swindle, nel quale presentò una lunga serie di presunte prove della falsificazione delle imprese spaziali statunitensi. Kaysing è considerato uno dei fondatori del cospirazionismo lunare.

Figura 4.7-1. La copertina dell’edizione inglese del libro di Bill Kaysing, così come appare attualmente su Amazon.com.


Il testo fu modificato e ripubblicato più volte e anche tradotto in italiano nel 1997 (con il titolo Non siamo mai andati sulla Luna - Una beffa da 30 miliardi di dollari).

Figura 4.7-2. La copertina dell’edizione italiana del libro di Bill Kaysing.


La copertina dell’edizione italiana del libro presenta Kaysing affermando che “ha lavorato per parecchi anni come direttore delle pubblicazioni tecniche presso i laboratori della Rocketdyne Research, la ditta che ha progettato e costruito i motori dei razzi che apparentemente hanno portato le navicelle Apollo sulla Luna”. Questa descrizione sembrava conferirgli una certa autorevolezza in materia.

In realtà, andando a leggere la sua stessa biografia su Billkaysing.com emerge che Kaysing non aveva alcuna preparazione tecnica formale: aveva un bachelor’s degree (grosso modo l’equivalente di una laurea breve italiana) in letteratura inglese. Kaysing conferma e sottolinea questo fatto nel suo libro:

[...] fui assunto praticamente con una paga base equivalente allo straordinario, sebbene la mia conoscenza di razzi e scrittura tecnica fosse praticamente uguale a zero.

Non siamo mai andati sulla Luna, pag. 321

In originale:

[...] I was actually hired in on overtime, although my knowledge of rockets and technical writing both equalled zero.

We Never Went to the Moon, pag. 30*

* Nella versione italiana, la numerazione delle pagine e la struttura del testo sono molto differenti rispetto alla versione inglese originale. È per questo che i numeri di pagina italiani e inglesi, in questa citazione e nelle successive, sembrano discordanti.


L’edizione 2002 del libro chiarisce inoltre che Kaysing smise di lavorare alla Rocketdyne nel 1963, ben prima dell’inizio delle missioni lunari. È quindi improbabile che la sua esperienza nell’industria aerospaziale gli abbia dato la possibilità di acquisire conoscenze tecniche particolari riguardanti i veicoli e le tecnologie Apollo, che al momento delle sue dimissioni erano ancora nelle prime fasi di sviluppo e comunque furono drasticamente riprogettate dopo l’incendio fatale di Apollo 1 nel 1967.

Anzi, Kaysing stesso dichiara quanto segue nell’edizione italiana del suo libro a proposito del periodo successivo al suo impiego presso la Rocket­dyne:

Ho seguito il progetto Apollo solo saltuariamente, senza troppo interesse, rendendomi conto del programma solo attraverso i suoi sviluppi più clamorosi come – ad esempio – l’incendio sulla rampa 34. [...] Non ho mai guardato nessun [sic] degli ’allunaggi’, ne [sic] ho mai prestato attenzione alle presentazioni stampate sui giornali e trasmesse dagli altri mezzi d’informazione.

Non siamo mai andati sulla Luna, pag. 182

In originale:

I had followed it in a cursory fashion, becoming aware of it only through the more startling developments: the fire on Pad 34, for example [...] I watched none of the moon ’landings’ nor did I pay much attention to print media presentations.

We Never Went to the Moon, pag. 7

Inoltre le sue convinzioni che si trattò di una messinscena non erano basate sui documenti tecnici ai quali ebbe accesso, ma su

...premonizione, intuizione, telepatia inconscia, informazione attraverso qualche misterioso ed oscuro canale di comunicazione

Non siamo mai andati sulla Luna, pag. 182

In originale:

... a hunch, an intuition; information from some little understood and mysterious channel of communication... a metaphysical message.

We Never Went to the Moon, pag. 7

In altre parole:

  • Kaysing non aveva competenze tecniche o scientifiche;
  • dichiarava di non sapere nulla di tecnologia spaziale;
  • non lavorò nei reparti tecnici del progetto Apollo;
  • e comunque lasciò il lavoro alla Rocketdyne tre anni prima del primo volo sperimentale di un vettore Apollo.

Insomma, come capita spesso con i sostenitori delle tesi di complotto di vario genere, la loro vantata autorevolezza svanisce quando la si va a verificare.

Kaysing non è l’unico esempio di questo genere: nessuno dei sostenitori della falsificazione delle missioni lunari ha alcuna competenza significativa in materia spaziale o in effetti speciali.