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4.3 Copertura mediatica limitata, nonostante tutto

A parziale discolpa di chi si è lasciato incantare dalle tesi di messinscena, va detto che la copertura mediatica all’epoca delle missioni lunari fu grande ma comunque limitata (soprattutto dopo il primo sbarco, quando l’interesse giornalistico calò) rispetto agli standard ai quali siamo abituati oggi.

Negli anni Sessanta e Settanta era complicato e costosissimo, per un comune cittadino, soprattutto al di fuori degli Stati Uniti, andare oltre quanto gli veniva fornito dai mezzi d’informazione locali e nazionali e procurarsi una copia dei rapporti tecnici della NASA o della serie completa e ad alta risoluzione delle immagini scattate sulla Luna; sarebbe stato necessario pagare e farsi spedire una copia stampata o su microfilm.

Le uniche fonti informative di massa erano la stampa, la radio e la televisione: la stragrande maggioranza delle persone riceveva solo il materiale che queste fonti ritenevano degno di essere trasmesso o pubblicato. Raramente questa selezione includeva dettagli tecnici sofisticati. Le riviste specializzate di astronomia e di aviazione approfondirono maggiormente le missioni Apollo, ma venivano lette solo dagli appassionati. Al grande pubblico questi approfondimenti sfuggivano del tutto. Oggi, invece, sono a portata di clic su Internet, gratuitamente, migliaia di pagine di rapporti tecnici completi originali e decine di migliaia di fotografie delle missioni spaziali.

All’epoca ci fu anche un notevole controllo politico sulle informazioni riguardanti le missioni Apollo: si trattava di imprese dal forte contenuto propagandistico, per cui molti dettagli imbarazzanti furono taciuti, dando l’impressione diffusa che le missioni fossero magicamente perfette. Non si trattava necessariamente di censura per ordine governativo; spesso era autocensura spontanea dei responsabili dei mezzi d’informazione, che scelsero spesso di promuovere l’immagine della potenza tecnologica degli Stati Uniti e decisero di non pubblicare dettagli poco edificanti che l’avrebbero guastata e avrebbero interferito nella competizione politica con i sovietici su una scena mondiale già molto tesa.

Oggi, con l’apertura degli archivi e la sostanziale fine della Guerra Fredda, molti documenti riservati (come le immagini del vettore lunare sovietico N1 acquisite dai satelliti spia americani) sono stati resi pubblici dai governi di Russia e Stati Uniti e chiunque può sapere come andarono realmente le cose. È un viaggio di scoperta affascinante anche per chi non è dubbioso a proposito degli allunaggi.

La penuria di materiale da mostrare e la natura estremamente tecnica dell’argomento portarono a volte i media a pubblicare vere e proprie bufale spaziali, come la prima pagina del Messaggero del 21 luglio 1969 (Figura 4.3-1), che spacciò per impronta d’astronauta quella di uno stivale da pesca.

Figura 4.3-1. La prima pagina del Messaggero del 21 luglio 1969, realizzata dal grafico Piergiorgio Maoloni includendo un’impronta molto terrestre di uno stivale da pesca.


Delle migliaia di foto scattate, il pubblico vide quelle poche pubblicate dai giornali e settimanali, degradate da vari passaggi di duplicazione e a volte con ritocchi grossolani che inventavano dettagli inesistenti e ne perdevano altri reali, contribuendo all’aspetto fantastico e irreale delle immagini, come mostrato qui sotto.

Figura 4.3-2. A sinistra, un dettaglio della foto AS11-40-5945 (Buzz Aldrin, Apollo 11) così come fu pubblicata a settembre del 1969 da Mondadori nel libro “Terra Luna Anno 1” di G. Righini e G. Masini; a destra, la scansione diretta dalla pellicola originale del medesimo dettaglio.



Figura 4.3-3. In alto, dettaglio di una scansione di una stampa originale NASA del 1975 della foto AS11-40-5949 che mostra Buzz Aldrin sulla Luna durante la missione Apollo 11. In basso, lo stesso dettaglio tratto da una scansione diretta della pellicola originale, oggi scaricabile dagli archivi NASA via Internet.


I filmati a colori e le registrazioni delle dirette televisive erano accessibili soltanto se e quando li trasmettevano le reti televisive o li proiettavano i pochi cinema che ospitavano documentari, spesso usando copie vecchie, sbiadite e sgranate che non rendono giustizia all’effettiva nitidezza e definizione degli originali.

Oggi, però, esistono anche DVD, Blu-ray e siti Internet che offrono riversamenti diretti e integrali di tutte le fotografie e di tutti i filmati delle missioni Apollo, che permettono di apprezzare la qualità e il dettaglio originali e di vedere anche tutte le immagini che i media all’epoca ignorarono per limiti di tempo e di spazio.

Sono disponibili per lo scaricamento anche le registrazioni e le trascrizioni integrali delle comunicazioni radio di tutte le missioni, e persino l’audio e le trascrizioni delle conversazioni di bordo di Apollo 11, registrate dal registratore in cabina e ora pubblicate negli archivi NASA e presso Live365.com.

Può sembrare paradossale, ma oggi abbiamo una copertura informativa degli allunaggi molto più completa e dettagliata di quella offerta all’epoca in cui le missioni si stavano svolgendo.