Intanto i russi si aggiudicarono un altro primato: il 18 settembre 1968 la sonda automatica Zond 5 portò intorno alla Luna i primi esseri viventi (tartarughe, mosche, tarme della farina e altri) e li fece tornare indenni sulla Terra. Cosa ancora più importante, il veicolo era indubbiamente grande abbastanza da poter trasportare una persona.
L’11 ottobre gli Stati Uniti effettuarono il primo volo della capsula Apollo con equipaggio: Walter Schirra, Donn Eisele e Walter Cunningham collaudarono Apollo 7 in orbita terrestre per undici giorni.
Fu il primo volo della capsula riprogettata a fondo dopo la tragedia di Apollo 1, la prima missione statunitense con tre membri d’equipaggio e il primo lancio con uomini a bordo del vettore Saturn IB (più piccolo del Saturn V lunare). Occorreva bruciare le tappe: la CIA sapeva che i russi stavano tentando in segreto di battere sul tempo l’America anche nella corsa alla Luna.
Figura 1.5-1. La copertina della rivista statunitense Time del 6 dicembre 1968.
Due mesi dopo, la missione Apollo 8 fu la prima di un Saturn V con equipaggio a bordo. Era soltanto il terzo lancio di questo vettore, eppure l’obiettivo era già ambiziosissimo: andare trecento volte più lontano di ogni volo umano precedente e portare tre americani a circumnavigare per primi la Luna.
Il 24 dicembre 1968, per la prima volta nella storia, esseri umani videro con i propri occhi la Luna da vicino, orbitandovi intorno dieci volte a 110 chilometri d’altezza e sorvolandone anche la faccia perennemente nascosta all’osservatore terrestre.
L’impatto emotivo sull’opinione pubblica mondiale fu enorme, grazie anche al fatto che la missione avvenne in diretta televisiva: questo permise a gran parte del mondo di vedere la superficie della Luna scorrere fuori dai finestrini della capsula insieme agli astronauti Frank Borman, James Lovell e William Anders, che lessero un passo della Genesi. Fu la diretta televisiva più seguita della storia fino a quel momento.
Gli astronauti scattarono inoltre fotografie straordinarie della Terra che si stagliava contro l’orizzonte della Luna e il nero ostile dell’infinito cosmico, rendendo chiara la fragile bellezza della nostra piccola oasi di vita.
Figura 1.5-2. La Terra vista dalla Luna, fotografata dagli astronauti di Apollo 8. Foto AS8-14-2383.
Il trionfo d’immagine americano, amplificato dalla censura mediatica sulle condizioni disastrose della missione (vomito e diarrea degli astronauti, perdite di sigillante dei finestrini che offuscavano la visuale, accumuli d’acqua condensata in cabina), sancì almeno agli occhi dell’opinione pubblica il sorpasso della tecnologia spaziale statunitense su quella sovietica.
Ma la gara lunare non era ancora conclusa: restava da effettuare lo sbarco vero e proprio, e dietro le quinte l’Unione Sovietica non aveva affatto rinunciato all’idea di togliere al rivale questo primato.