Cerca nel blog

13.4 Commemorazioni discrete

Verso la fine della loro storica escursione lunare, quando Neil Armstrong era ancora sulla superficie e Buzz Aldrin era già rientrato nel Modulo Lunare, fra i due astronauti ci fu uno scambio di parole molto guardingo sul canale radio aperto. Armstrong chiese ad Aldrin: “Cosa mi dici di quel... pacchetto dalla tua... manica? L’hai preso?”

“No,” gli rispose laconico Aldrin. “OK, lo prendo io quando salgo” ribatté il collega. Dopo una pausa, Aldrin gli chiese “Lo vuoi adesso?” e Armstrong gli disse “Direi di sì”. Altra pausa, poi Armstrong chiese “OK?” e Aldrin gli rispose “OK”. Nessuno dei due menzionò più il “pacchetto”.

La conversazione è ascoltabile nelle riprese TV dell’escursione lunare, per esempio a 15:21 dall’inizio del video in Figura 13.4-1 tratto dal documentario Moonscape:


Figura 13.4-1. Da 15:21 in avanti, la diretta TV della conversazione fra Aldrin e Armstrong.


Il pacchetto di cui parlavano era un insieme di oggetti commemorativi da lasciare sulla Luna:

  • una toppa dell’Apollo 1, in onore di Gus Grissom, Ed White e Roger Chaffee, morti nell’incendio della loro capsula sulla rampa di lancio;
  • un ramoscello d’ulivo, realizzato in oro, identico a quelli che avevano con sé i due astronauti per le proprie mogli e per quella di Michael Collins (Figura 13.4-2);
  • e un piccolo disco di silicio contenente messaggi scritti da una settantina di capi di stato del mondo e altri dati.


Figura 13.4-2. Un ramoscello d’ulivo in oro come quello lasciato sulla Luna. Dettaglio della foto NASA S69-40941.


Questo era il contenuto ufficiale del pacchetto, secondo il comunicato stampa NASA 69-83F del 13 luglio 1969. Ma nel pacchetto c’erano anche altri oggetti politicamente molto delicati: due medaglie sovietiche, una per commemorare il cosmonauta Vladimir Komarov, morto al termine del volo della sua Soyuz 1 per la mancata apertura del paracadute, e una in onore di Yuri Gagarin, il primo uomo a orbitare intorno alla Terra, morto in un incidente aereo nel 1968.

Un gesto di cavalleria fra viaggiatori dello spazio che ai tempi della Guerra Fredda, con l’Unione Sovietica acerrima nemica, rischiava di non essere gradito a molti e fu quindi fatto con discrezione durante la diretta televisiva mondiale, anche se non fu tenuto strettamente segreto, visto che fu menzionato in una dichiarazione ufficiale del presidente statunitense Nixon riportata anche dai giornali italiani dell’epoca.*

* Corriere della Sera, 18 luglio 1969; Resto del Carlino, 18 luglio 1969; Statement about Honoring American and Russian Space Heroes During the Apollo 11 Mission, July 17, 1969, pubblicato anche in Public Papers of the Presidents of the United States: Richard M. Nixon, 1969, United States Government Printing office (1971).


Questo gesto fu seguito da un’altra commemorazione internazionale fatta con discrezione durante la missione Apollo 15, che lasciò sulla superficie lunare una targa dedicata agli astronauti e cosmonauti americani e russi morti di cui si era a conoscenza in Occidente (Bassett, Belyayev, Chaffee, Dobrovolsky, Freeman, Gagarin, Givens, Grissom, Komarov, Patsayev, See, Volkov, White e Williams) e incluse anche una statuetta, il Fallen Astronaut (Figure 13.4-3 e 13.4-4).


Figura 13.4-3. La statuetta Fallen Astronaut e la targa commemorativa, collocate e fotografate sulla Luna dagli astronauti della missione Apollo 15.


Figura 13.4-4. Il Fallen Astronaut si intravede a destra del Rover, che è piazzato nella sua posizione di fine missione. Foto NASA AS15-88-11902.


La statuetta e la targa furono portate di nascosto sulla Luna da David Scott e collocate sulla superficie, senza farne menzione via radio, al termine dell’ultima escursione della missione. La loro presenza fu resa nota solo al ritorno sulla Terra degli astronauti di Apollo 15.