Cerca nel blog

1.6 Il progetto segreto N1-L3

L’Unione Sovietica ha avviato segretamente il progetto N1-L3, diretto da Sergei Korolev, per realizzare un missile, l’N1, che è grande quanto il Saturn V americano ed è capace di lanciare due cosmonauti verso la Luna in un veicolo, denominato L3, che include un modulo lunare, concepito per far scendere un singolo cosmonauta sulla superficie selenica mentre l’altro lo attende in orbita intorno alla Luna.


Figura 1.6-1. Preparazione di un N1, il grande razzo sovietico concepito per portare un cosmonauta sulla Luna.


L’N1 si rivela però un pantano di rivalità fra progettisti (tanto che esiste anche un altro progetto lunare segreto sovietico, quello del vettore UR-700, capeggiato da Vladimir Chelomei). È finanziato inadeguatamente e tecnicamente inaffidabile: i trenta motori del suo primo stadio sono un incubo da coordinare con i sistemi di controllo dell’epoca. È osteggiato dai militari russi perché è un costoso strumento di propaganda privo di applicazioni belliche, diversamente dai missili spaziali precedenti, che sono di derivazione militare.

Il primo volo dell’N1 avviene senza equipaggio nel febbraio del 1969 ed è un fallimento: il missile esplode 66 secondi dopo il decollo. Ma non se ne parla in pubblico: anzi, a maggio l’Unione Sovietica dichiara ufficialmente che non ha alcuna intenzione di mandare cosmonauti sulla Luna perché, a differenza degli americani, non vuole rischiare vite umane nell’impresa e quindi userà solo veicoli robotici per quest’esplorazione.

Il secondo lancio dell’N1, sempre senza equipaggio, è un disastro ancora peggiore: il 3 luglio 1969, pochi giorni prima dello sbarco americano sulla Luna, l’enorme missile russo ricade pochi istanti dopo essersi librato dalla rampa. L’esplosione delle sue 2600 tonnellate di propellente è la più violenta della storia della missilistica. Anche questo fallimento viene tenuto segreto; in Occidente giungono solo voci non confermate di questo grave incidente.

Ufficialmente, per i russi il progetto N1-L3 non è mai esistito; proseguirà, sempre in segreto, per qualche anno, collaudando in orbita terrestre il modulo lunare, ma dopo altri due lanci falliti l’N1 verrà abbandonato. Nessun russo andrà sulla Luna.

Figura 1.6-2. Il modulo lunare russo (Lunniy Korabl).


Figura 1.6-3. Confronto in scala fra il veicolo di allunaggio sovietico (a sinistra) e quello statunitense (a destra). Credit: Nick Stevens, Nick-stevens.com.


Di tutto questo non si saprà praticamente nulla pubblicamente per oltre vent’anni, ma il governo statunitense ne è al corrente in dettaglio: i suoi satelliti spia hanno fotografato l’N1 e le sue grandi basi di lancio a Baikonur e hanno immortalato anche la loro devastazione dopo il secondo lancio fallito del vettore gigante sovietico.

Figura 1.6-4. Foto dell’N1 scattata da un satellite militare KH-4 Corona degli Stati Uniti. Credit: C. P. Vick.


Il governo americano, insomma, sa bene che l’Unione Sovietica è fuori dalla corsa, ma non lo annuncia per non rivelare le capacità osservative dei propri satelliti e per non smorzare l’effetto propagandistico della competizione.

Segretamente non c’è più fretta di battere i rivali russi, ma pubblicamente c’è da mantenere una promessa fatta al mondo da un presidente assassinato, e così per l’opinione pubblica, ignara dei disastri dell’N1, la gara resta ancora assolutamente aperta.

Altri dettagli dei piani lunari sovietici sono nella sezione Come mai i russi non ci provarono? Sapevano che era impossibile? del Capitolo 7.