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10.1 I russi furono pagati per tacere?

IN BREVE: No. Se fossero stati pagati per far vincere gli americani, perché avrebbero costruito lo stesso i loro razzi giganti N1 per andare sulla Luna? Anche la tesi del silenzio pagato con il grano sottocosto non regge la verifica dei fatti.


IN DETTAGLIO: Se si fa notare a un lunacomplottista che i russi non contestarono la realtà delle missioni lunari americane, spesso si ottiene in risposta l’affermazione che il governo dell’Unione Sovietica fu pagato per tenere la bocca chiusa. In particolare, secondo Ralph René (in NASA Mooned America, pagina 41) il prezzo del silenzio sarebbe stato un enorme quantitativo di grano venduto sottocosto dagli Stati Uniti all’Unione Sovietica nel 1972.

Ma una ricerca negli archivi di settore evidenzia invece che lungi dall’esservi un accordo fra le due superpotenze, in quell’anno l’Unione Sovietica riuscì ad acquistare sul libero mercato, tramite prestanome, il 30% del raccolto di grano statunitense nel giro di poche settimane, approfittando oltretutto degli incentivi del governo USA all’esportazione agricola. L’operazione fu battezzata dai giornali The Great Russian Grain Robbery, cioè “La grande rapina russa al grano”, con un efficace gioco di parole sull’allora celebre “grande rapina al treno” inglese del 1963.

Il grano non fu venduto sottocosto, come afferma René, ma l’enorme acquisto scatenò il rialzo del suo prezzo, che nell’arco di un anno triplicò. Un’operazione analoga riuscì ai russi di nuovo nel 1975.*

* What Land Crash?, Marcia Zarley Taylor (2007), Agweb.com; Another Soviet Grain Sting, in Time, 28 novembre 1977.


Va notato che le vendite di grano statunitense alla Russia non erano in sé una novità: ve ne erano state, di minore entità e concordate, anche durante la presidenza Kennedy, e anche gli stati alleati dell’Europa occidentale vi avevano partecipato.

In altre parole, René inverte causa ed effetto per adattare gli eventi ai propri preconcetti: non fu il governo USA a vendere sottocosto, ma fu l’acquisto da parte del governo russo a far salire i prezzi in seguito.

C’è poi una considerazione di fondo: se davvero fosse bastato offrire ai russi uno sconto sull’acquisto del grano per ottenere il loro umiliato silenzio sulle missioni lunari, si sarebbe potuto usare lo stesso sistema per ottenere altri risultati forse un po’ più preziosi. Per esempio, si sarebbe potuta comperare la non interferenza sovietica nella guerra del Vietnam o la fine della corsa agli armamenti atomici, oppure ottenere che i russi non puntassero i propri missili nucleari sulle città americane. Secondo la visione di René, insomma, l’intera storia del ventesimo secolo sarebbe una panzana.

Restando in ambito di complotti lunari, questo scenario comporta un ulteriore aumento del numero dei partecipanti alla cospirazione e del conseguente rischio che qualcuno vuotasse il sacco: anche i russi, quindi, sarebbero stati al corrente della messinscena, eppure sarebbero riusciti a mantenere il segreto assoluto per decenni.

C’è poi un altro fatto che non combacia con lo scenario del silenzio comprato: il progetto lunare russo. Se ci fosse stato un tacito accordo per lasciare che l’America vincesse la corsa alla Luna simulandola in studio, non avrebbe avuto senso tutto il costosissimo e fallimentare investimento sovietico nella realizzazione del vettore gigante N1 (Figura 10.1-1) e del veicolo lunare L3.


Figura 10.1-1. Un vettore N1 sovietico in costruzione.