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6.8 Come mai esiste un ciak sbagliato dello sbarco sulla Luna intitolato “Moontruth”?

IN BREVE: Perché è una videoparodia girata nel 2002 da un’agenzia pubblicitaria britannica.


IN DETTAGLIO: Su Internet circola un video che viene spesso presentato come una ripresa scartata dalla messinscena dell’escursione lunare di Apollo 11. Nel video si vede Armstrong che scende la scaletta del Modulo Lunare e pronuncia la sua famosa frase “È un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per...”, quando sullo sfondo cade un traliccio che reggeva dei riflettori, entra in campo una troupe cinematografica e il regista grida “Stop!”.

Figura 6.8-1. Il video Moontruth (The Viral Factory, 2002).


Il video, riconoscibile dal riferimento in sovrimpressione al sito Moontruth.com, non è la prova che i video furono falsificati e non è una delle riprese sbagliate, trapelata per errore: si tratta semplicemente di uno spot girato nel 2002 dall’agenzia pubblicitaria londinese The Viral Factory per farsi conoscere.

Il sito Moontruth.com oggi è un guscio vuoto, ma nel 2002 era gestito da quest’agenzia, come risulta dai dati d’intestazione (whois) raccolti all’epoca, e conteneva una pagina scritta in modo da far credere che il video fosse un “ciak” sbagliato delle riprese dell’Apollo 11. C’era però anche una pagina nascosta, facilmente rivelabile, che spiegava la burla. Eccone una traduzione:

Il video è FINTO. Non è un ciak sbagliato da una bobina di pellicola ultrasegreta della NASA. Lo abbiamo realizzato in uno studio, per divertimento e per far divertire gli appassionati di Web come noi.

Sì, il video è falso. È stato girato in uno studio a Londra a primavera del 2002. Era basato su un’idea del regista Adam Stewart, che era appassionatissimo di esplorazione spaziale. Aveva letto i siti dei complottisti e aveva deciso che voleva creare una parodia basata sull’idea che l’allunaggio di Apollo 11 era stato falsificato. [...]

Abbiamo girato usando una telecamera a tubo Ikegami originale degli anni Sessanta, presso i Mount Pleasant Studios, a Londra. La persona nella tuta spaziale è un attore. Il resto del “cast” è praticamente la
troupe, che ha pensato che si trattasse di un’idea molto divertente e ne voleva fare parte.

Il veicolo di allunaggio e il “paesaggio lunare” erano un set costruito dal nostro art director, Richard Selway. La scaletta lungo la quale scende “Neil” è stata realizzata in base ai disegni tecnici originali scaricati da Internet. Il resto del set è stato costruito in modo da rispecchiare l’originale il più fedelmente possibile.

La superficie lunare era polvere di cemento. Era disgustosa. Anche tenendo al massimo la ventilazione dello studio, si intrufolava dappertutto, e a un certo punto ne fluttuava così tanta che le luci producevano una quantità di riflessi indesiderati.

Il filmato è stato elaborato durante la post-produzione per dare a “Neil” la sua leggerezza e l’effetto cometa dell’originale. Abbiamo riregistrato ed elaborato l’audio per ricreare l’effetto del suono che arriva dalla luna.

Pensiamo sia piuttosto convincente, e una cosa è certa: è costato molto meno che andare davvero sulla Luna.


Figura 6.8-2. La spiegazione del video Moontruth (2002), conservata presso Archive.org.


Queste spiegazioni sono oggi archiviate presso Archive.org e documentate in dettaglio nell’articolo Moontruth, il video che “rivela” la messinscena lunare (Complottilunari.info, 2009). Alcuni video che mostrano brevi spezzoni della realizzazione dello spot sono tuttora disponibili online (Figura 6.8-3).



Figura 6.8-3. Video dietro le quinte di Moontruth (2002).