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5.20 Come mai mancano le tracce delle ruote della jeep lunare?

IN BREVE: Per tre ragioni: perché sono coperte dalle impronte degli astronauti, perché le ruote lasciavano comunque tracce poco visibili, o perché gli astronauti spesso giravano la jeep sollevandola per un’estremità.


IN DETTAGLIO: In alcune foto non ci sono le tracce delle ruote della jeep elettrica Lunar Rover (Figura 5.20-1) sul suolo lunare, né davanti né dietro al veicolo.


Figura 5.20-1. Dettaglio della foto AS15-86-11603 (Apollo 15).


Eppure nel medesimo suolo si vedono bene le impronte delle suole degli astronauti. Secondo i lunacomplottisti, gli assistenti di scena dimenticarono di tracciare i segni delle ruote nel piazzare il Rover sul set, rivelando così la finzione.

Nel forum Davidicke.com la tesi è stata formulata nel modo seguente (l’originale è in Figura 5.20-2):

E qui vediamo un astronauta di Apollo 17 che effettua riparazioni d’emergenza sul parafango della jeep usando nastro telato (Come l’abbia fatto indossando i guanti è discutibile!). OK. Fin qui, tutto bene. Ora guardate la foto in cui la riparazione è stata fatta. Ci sono impronte vicino al parafango, MA COSA È SUCCESSO ALLE TRACCE DEGLI PNEUMATICI DELLA JEEP? Come è arrivata fin lì? È stata piazzata da una gru? Questo non c’entra con la gravità o un’atmosfera, ma mostra il lato nascosto di quello che la NASA ha fatto o non fatto.





Figura 5.20-2. La presunta prova: mancano le tracce delle ruote. Testo e immagine dal forum di Davidicke.com (post non più online).


In realtà ci sono vari motivi per l’assenza di tracce. A volte furono cancellate dalle successive impronte degli astronauti, che spesso scendevano dal veicolo e vi giravano intorno: cosa indispensabile, appunto, per scattare le foto che mostrano il Rover.

Questo è proprio quello che si vede nella foto presentata come presunta prova: andando a scoprirne la fonte, risulta che si tratta della foto AS17-137-20979, che documenta la riparazione improvvisata del parafango rotto effettuata dagli astronauti dell’Apollo 17 (Figura 5.20-3). Ovviamente gli astronauti, per eseguire la riparazione, camminarono tutt’intorno alla ruota, cancellando quindi le tracce lasciate nel terreno dal suo battistrada.

Le impronte degli astronauti si vedono in basso e anche a destra nella foto originale completa, che è a colori e molto meno contrastata della versione presentata dai lunacomplottisti (che è tagliata, guarda caso, proprio in modo da escludere quasi tutte le impronte).


Figura 5.20-3. La foto AS17-137-20979 senza tagli e nei suoi colori originali.


In altre foto il veicolo si trovava su un terreno coperto da uno strato di polvere poco profondo (come la Terra, anche la Luna non è uguale dappertutto), per cui le ruote lasciarono sì delle impronte, ma sotto forma di segni tenui, visibili soltanto nelle fotografie ad alta risoluzione e non nelle pessime copie mostrate di solito nella documentazione pro-messinscena.

Va considerato, inoltre, che le ruote del Rover non avevano pneumatici o un battistrada continuo, ma erano costituite da una maglia metallica aperta, sulla quale erano applicate lamine di titanio intervallate e disposte a lisca di pesce (come si vede bene nelle Figure 5.20-3 e 5.20-4 notando in particolare l’ombra della ruota).

Figura 5.20-4. Dettaglio della foto AS16-108-17620. Si notano la scarsa scolpitura del terreno e la trasparenza del battistrada (rivelata dall’ombra).


La polvere fine tendeva a passare attraverso la maglia e poi uscirne, come se fosse passata da un setaccio, senza quindi lasciare le tracce scolpite tipiche di un battistrada continuo tradizionale che compatta il terreno.

La frequente assenza di tracce è dovuta anche a un’altra ragione poco intuitiva: il Rover era un veicolo estremamente leggero e sulla Luna le cose pesano un sesto che sulla Terra. Il Rover pesava circa 210 chilogrammi quando era sulla Terra e quindi sulla Luna ne pesava soltanto 35. Gli astronauti potevano quindi sollevarne facilmente un’estremità e spostarla.

Infatti facevano proprio così quando dovevano fare curve strette o inversioni a U: sollevavano letteralmente un’estremità del Rover e lo giravano. Anzi, questa era un’operazione esplicitamente prevista durante l’estrazione del Rover dal modulo lunare, che richiedeva una rotazione di 180 gradi del veicolo per orientarne la parte anteriore in direzione di marcia.

Questo peso modesto era inoltre distribuito sull’area di contatto delle quattro ruote, per cui il Rover esercitava una pressione relativamente bassa sul terreno anche quando era gravato dal peso (anch’esso ridotto dalla bassa gravità) dei due astronauti. Di conseguenza, le ruote non penetravano molto nel terreno e producevano solo tracce poco profonde.