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5.15 Come si spiega che c’è una “C” su un sasso?

IN BREVE: Non è il segno dello scenografo per ricordare dove mettere il sasso, è un peluzzo finito nella foto durante uno dei passaggi di duplicazione. Nell’originale non c’è.


IN DETTAGLIO: In una foto della missione Apollo 16 si vedono una lettera “C” su un sasso e un’altra “C” sul terreno: sarebbero le lettere di riferimento usate dagli scenografi per pianificare la collocazione delle rocce sul finto terreno lunare, secondo Philippe Lheureux, autore del libro Lumières sur la Lune, in un’intervista rilasciata alla BBC nel 2001, e secondo Ralph René, nel suo libro NASA Mooned America!, a pagina 6.

La foto in questione è la AS16-107-17446 (già vista a proposito delle crocette mancanti) e ritrae l’astronauta Charlie Duke alla Station 4 di Stone Mountain. La lettera “C” comparirebbe sul sasso in basso a sinistra.

La seconda lettera “C” si troverebbe sul terreno, accanto al sasso che reca la presunta lettera, come si può vedere in Figura 5.15-1, tratta dal sito pro-messinscena Aulis.com.


Figura 5.15-1. Le presunte “C” su una roccia e sul suolo lunare. Immagine tratta dal sito Aulis.com.


Questa presunta prova è così priva di senso che non si capisce perché venga presentata senza fermarsi per quell’istante che basta per rendersi conto della sua assurdità. La pubblicazione ufficiale di una fotografia che mostra due lettere “C” che non ci devono essere e che rivelano tutto il segretissimo inganno, vitale per il destino e la reputazione degli Stati Uniti, implicherebbe una catena di errori davvero inaudita. Avrebbero dovuto sbagliare:
  • prima l’allestitore, lasciando in vista ben due segni di riferimento;
  • poi il fotografo, che non si sarebbe dovuto accorgere dei segni lasciati in mostra;
  • e poi tutta la serie di persone addette alla selezione e pubblicazione delle fotografie.

È davvero credibile che in tutta questa catena di addetti nessuno abbia notato l’errore che rovinava la messinscena supersegreta?

E che senso avrebbe avuto etichettare dei sassi di scena con una singola lettera? Questo sistema di etichettatura avrebbe permesso soltanto ventisei oggetti. Un po’ pochi per un set che deve ritrarre la Luna, la cui superficie è costellata di sassi, sassi e ancora sassi.

E ancora: come farebbe la “C”, se fosse davvero tracciata su un lato inclinato di un sasso ruvido e irregolare, ad avere una forma così sorprendentemente regolare dal punto di vista di sbieco dal quale la si guarda in questa foto? Lo stesso vale per la “C” sul terreno.

Resta però il fatto che le “C” sono effettivamente state presenti per anni nella “versione ufficiale” fornita dal sito NASA del Johnson Space Center (Figura 5.15-2).

Figura 5.15-2. La foto con le presunte “C” (in basso a sinistra) negli archivi Internet a bassa risoluzione del Johnson Space Center nel 2004 (Archive.org).


Una volta tanto, la risposta a quest’anomalia è giunta da un lunacomplottista, Steve Troy di Lunaranomalies.com, nel 2001 (il sito è oggi scomparso, ma Archive.org ne ha conservato una copia fatta nel 2008), ma i suoi colleghi continuano a presentare tuttora questa presunta prova come se nulla fosse.

Troy spiegò in estremo dettaglio che nel 2001 si fece mandare da vari enti collegati alla NASA delle copie su pellicola della foto incriminata e le analizzò alla ricerca della presunta “C”, senza trovarla. Così Troy ricontattò questi enti per chiedere come mai un sito “ufficiale” invece presentasse una versione della foto con la “C”.

Uno di questi enti, il Lunar and Planetary Institute (LPI) di Houston, scoprì che una delle proprie stampe recava appunto il segno anomalo, che però non era presente nelle pellicole (copie degli originali scattati sulla Luna) dell’istituto. L’LPI fornì a Troy una scansione della stampa in questione, realizzata alla massima risoluzione possibile, che chiarì la natura del segno misterioso: un banale peluzzo, come si può notare in Figura 5.15-3.


Figura 5.15-3. La “C” si rivela essere un peluzzo. Scansione pubblicata da Steve Troy.


L’ingrandimento mostra chiaramente che non si tratta di un segno di matita, ma di un oggetto filiforme arricciato. E non pare un caso che la “lettera” trovata sul sasso sia proprio una lettera che corrisponde a una delle forme che può facilmente assumere un peluzzo: è una C, non una K, F, H, M o A, per esempio.

Il Johnson Space Center spiegò a Troy che una di queste stampe difettate era stata acquisita con uno scanner verso la fine degli anni 80 o i primi anni 90 del secolo scorso, e da qui era rimasta sul sito. In altre scansioni più recenti della stessa fotografia, eseguite direttamente dagli originali e disponibili nelle collezioni NASA consultabili via Internet, la “C” sul sasso non c’è affatto.


Figura 5.15-4. Foto AS16-107-17446. Scansione dal Project Apollo Archive (2015).


Inoltre in queste scansioni ad alta risoluzione si nota che l’altra presunta “C”, quella sul suolo, è in realtà semplicemente un’ombra vagamente simile a una lettera C, generata da una minuscola asperità del terreno, come si vede in Figura 5.15-5. Fine del mistero.


Figura 5.15-5. Dettaglio di una scansione più diretta della foto AS16-107-17446.